I 5 errori da evitare nelle ads per non sprecare budget
Le campagne marketing su sorgenti di traffico come Facebook ads, Google ads e TikTok ads possono essere gestite in autonomia da tutti i proprietari di piccole attività online e offline per ottenere più vendite, clienti e notorietà.Sponsorizzare i propri prodotti e servizi può sembrare abbastanza semplice: è necessario avere delle immagini/video, scrivere dei testi, impostare il tracciamento e creare delle campagne.
Purtroppo, se non si è adeguatamente informati o seguiti, il rischio di commettere errori e quindi di bruciare budget è molto alto.
Infatti, ad esempio, la scelta della spesa giornaliera, dei pubblici, degli obiettivi e della strategia è fondamentale per riuscire ad avere un profitto e non investire a vuoto mostrando le pubblicità a persone che non acquisteranno mai.
Per questi motivi, se gestisci un e-commerce e vuoi sperimentare in autonomia le ads, assicurati di non commettere questi errori.
NON IMPOSTARE CORRETTAMENTE IL TRACCIAMENTO DELLE CONVERSIONI
Ogni sorgente di traffico ha il suo pixel che permette di tracciare le conversioni sui siti web. In questo modo, è possibile associare un’azione specifica di un utente alla campagna marketing che l’ha generata. A cosa serve? Tracciare le performance delle ads permette di poter identificare i fattori (es. testo, colori, immagini, target ecc.) che convincono di più gli utenti ad avvicinarsi al brand. Se questo non viene impostato correttamente, risulta impossibile riuscire a scalare le campagne senza spendere budget inutilmente.
NON EFFETTUARE DELLE RICERCHE PRIMA DI LANCIARE CAMPAGNE
In uno scenario competitivo come quello del digital marketing nel 2022, improvvisare il targeting, il copy e i contenuti può essere un errore che non solo danneggia le performance delle attività, ma riduce le speranze di successo per quelle realtà che, con la giusta professionalità, potrebbero ottenere ottimi risultati. Per essere sicuri di non peccare di superficialità, prima di lanciare le pubblicità online, è utile identificare una buyer persona, analizzarne le caratteristiche e cercare di allineare le campagne a quanto ipotizzato. Ovviamente, bisognerà poi sempre testare le ipotesi per validarle (o confutarle) e andare avanti con iterazioni continue al fine di ottimizzare le performance dell’attività.
NON CALCOLARE IL COSTO MASSIMO DI ACQUISIZIONE DI UN CLIENTE CHE TI PUOI PERMETTERE
LTV = lifetime value = utile medio che un’azienda ottiene dal singolo cliente nel corso di tutta la sua attività
Le piccole e medie attività che basano la propria sopravvivenza sulle vendite settimanali/mensili non possono permettersi di bruciare del budget in campagne marketing che non portano risultati nel breve periodo. Per questo motivo, sperare di convincere un utente all’acquisto senza misurare quanto si spende, può essere un errore molto grave. L’approccio migliore è quello di identificare l’LTV e cercare di ottimizzare le ads al fine di avere un costo per acquisizione più basso del guadagno per cliente.
NON ATTIVARE CAMPAGNE DI RETARGETING
Il percorso di acquisizione di un cliente generalmente viene diviso in tre aree: consapevolezza, valutazione e conversione. In generale, quando si lanciano delle campagne, ci si focalizza prima sul farsi conoscere e presentare la propria attività a più persone possibili (motivo per cui molto spesso si compie l’errore di guardare alla metrica sbagliata, ovvero le visite al sito web), dopodiché si convertono questi visitatori in clienti. Una volta che l’utente interagisce con il brand, quindi, difficilmente acquista in autonomia se non ha un interesse impellente verso il prodotto. Per questo motivo, diventa necessaria l’attivazione del retargeting, che permette di comunicare e convincere in maniera differente questo gruppo di utenti interessati al fine di trasformarli in clienti abituali.
NON AVERE UN SITO VELOCE E INTUITIVO
Lanciare le migliori campagne marketing può non essere abbastanza se il sito che ospita il prodotto/servizio da vendere non è adeguatamente intuitivo e scattante. Infatti, gli utenti medi hanno una soglia dell’attenzione molto bassa e basano il loro processo decisionale sui primi stimoli che ricevono. Pertanto, se vengono attratti da una pubblicità accattivante e poi si ritrovano su un sito web che non carica velocemente e che non convince adeguatamente, perdono l’interesse generato e statisticamente tenderanno ad abbandonare più facilmente la pagina web.
La conclusione è che gestire le campagne marketing può sembrare molto semplice ma, se si vogliono ottenere risultati importanti e l’obiettivo è quello di far crescere la propria attività, bisogna studiare a fondo le piattaforme e sperimentare quanto più possibile diverse strategie in modo da trovare la combinazione vincente di copy, contenuti e impostazioni. In genere, affidarsi ad esperti è la soluzione migliore se non si ha il tempo e/o la voglia di studiare e imparare come sfruttare al meglio il marketing online.