Influencer marketing: 10 consigli utili
Negli ultimi 10 anni il fenomeno degli influencer ha permesso a migliaia di attività di crescere vertiginosamente online, sfruttando la crescente popolarità di persone che hanno saputo sfruttare i social media per avere seguito e visibilità.
Fino a qualche anno fa, piattaforme come Facebook e poi Instagram permettevano a questi influencer di raggiungere con i loro post tutti i follower che riuscivano a conquistare. Per questo motivo, avere 500.000 seguaci, significava riuscire a far vedere i propri contenuti allo stesso numero di persone.
Con il passare del tempo, a seguito degli aggiornamenti delle piattaforme che hanno favorito sempre di più pubblicità a pagamento, questo “reach” (capacità di un account di raggiungere tutti i follower) è andato a scendere, fino a raggiungere soglie come il 5/10%, in base alla notorietà momentanea di un account. Quindi, le tariffe della maggior parte di questi influencer sono diventate sempre più sproporzionate rispetto al loro valore e le esigenze del mercato hanno indotto le attività a dover ripensare alle strategie e agli investimenti.
Dopo continue evoluzioni, inversioni di tendenza, saturazione del mercato e calo di concentrazione degli utenti sulle piattaforme, si sono andate ad aggiungere nuove categorie di persone influenti, tra cui i micro-influencer, content creator e opinion leader. Questi sono noti per la loro abilità di influenzare bene solo un gruppo ristretto di persone (anche solo poche centinaia in una nicchia) poiché la loro notorietà è basata proprio su un rapporto di fiducia con i seguaci.
Tra questi, purtroppo, si trovano anche finte persone famose, con follower acquistati o falsi, che di fatto tentano la sorte e provano a diventare celebri provando a far leva su quelle persone e aziende che, a causa di poche competenze digitali, si lasciano convincere da profili belli da vedere, ma senza sostanza.
Nonostante tutto, le aziende non hanno smesso di investire in influencer di qualsiasi dimensione, tentando di ottenere la giusta visibilità a fronte di importi spesi più o meno ingenti. Per questo motivo, dopo anni di esperienza in questo tipo di attività, abbiamo pensato di suggerire una serie di accortezze da tenere in considerazione quando si investe in campagne di influencer marketing.
- Pretendere statistiche aggiornate del profilo. In particolare, i migliori indicatori di qualità (non sufficienti a stabilire con certezza che non si tratti di follower falsi) sono il numero di visualizzazioni nelle ultime storie e la nazionalità dei follower
- Seguire il profilo, analizzare l’interazione dei seguaci e verificare quali sono i fattori che ne determinano la notorietà
- Studiare bene la nicchia a cui si rivolgono e capire se la loro opinione conta
- Assicurarsi che siano in grado di creare contenuti di qualità e che siano motivati nella collaborazione
- Preparare contratti che tengano in conto di tutti i diritti e i doveri di entrambe le parti
- Capire se ha svolto attività recenti con competitor o che possono andare in antitesi con il brand
- Negoziare una pubblicazione di prova per testare la qualità prima di intraprendere collaborazioni long-term
- Non lasciarsi convincere solo dall’aspetto estetico ma concentrarsi sull’influenza che hanno sui seguaci
- Negoziare la possibilità di utilizzare i contenuti in pubblicità
- Stabilire l’obbligatorietà dell’approvazione prima della pubblicazione dei contenuti
Insomma, lavorare con gli influencer a volte può essere molto conveniente, ma bisogna stare attenti. Affidarsi ad agenzie di talent può essere una soluzione ma molto spesso si va incontro a costi decisamente alti, in cambio di prestazioni non sempre di qualità. Conviene lavorare con agenzie di intermediazione che non hanno interessi nel promuovere un personaggio o un altro, ma che vogliono seguire gli interessi dei brand che gestiscono anche in altre aree.